Alluvione

Per alluvione s’intende il processo naturale di accumulo dei detriti trasportati dalle acque correnti e il suo risultato. L’origine del termine risale all’epoca romana, quando vennero coniati i termini per il processo di deposizione e di escavazione delle acque correnti. Il verbo alluere (ad + luere = aggiungere bagnando), indica il primo processo, mentre il verbo abluere (ab + luere = togliere bagnando) il secondo. Dai verbi derivano i sostantivi alluvio e abluvio, che indicano gli incrementi e i decrementi che subiscono gradualmente i terreni per i depositi e le escavazioni dei corsi d’acqua.
Il termine alluvio è più importante di abluvio, poichè‚ periodicamente, in corrispondenza delle piene, i fiumi inondano le aree adiacenti depositandovi le loro alluvioni. Nella lingua volgare si ritrova quindi alluvione ma non abluvione, che è sostituita da altri termini, il più usato dei quali è corrosione.

In principio, il termine alluvione è scarsamente utilizzato nella lingua comune. Ciò è dovuto al significato prevalentemente tecnico-giuridico assunto nel corso dei secoli. Nel Settecento i progettisti idraulici fanno un uso del termine ancora vicino a quello originale. Tuttavia, nel corso dell’Ottocento alluvione diviene sinonimo di inondazione, modificando il significato originario in quello in uso ancora oggi.

L’alluvione come processo

"2010 Pakistan floods - aerial view near Ghazi" di Horace Murray, U.S. Army - http://www.defenseimagery.mil; VIRIN: 100805-A-3996M-044. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons

Il processo dell’alluvione in Pakistan, vicino a Ghazi

Il processo dell’alluvione si manifesta costantemente in varie posizioni lungo l’alveo di tutti i corsi d’acqua. Periodicamente, quando i fiumi straripano e inondano le campagne circostanti, lo stesso processo si applica in forma più estesa ai territori sommersi e interessati dal deposito di sedimenti: in questo modo si sono formate le pianure alluvionali. Con la graduale trasformazione del significato originario il processo di sedimentazione delle acque non è più la causa, ma diventa la conseguenza dell’alluvione. Questa e altre conseguenze che solitamente concorrono a danneggiare le persone e le cose hanno enfatizzato la forza emotiva del termine.

L’alluvione come risultato

Una definizione calzante in questo senso viene fornita da Giambattista Barattieri: “Alluvione è quel nuovo terreno, che si vede generato dall’acqua dentro l’alveo, con le torbidezze, che si depongono dove perdono la velocità.” Per indicare l’esperto di queste divisioni viene anche coniato il termine Alluvionista.

Come sinonimo d’alluvione, in questo contesto Famiano Michelini usa correntemente il sostantivo impostime. Impostime è il deposito alluvionale, mentre il luogo della deposizione è spesso chiamato dagli idraulici renaio (dal tardo latino arenarium), anche se non è più d’uso comune.
L’alluvione fluviale genera anche forme particolari sul fondo degli alvei, da associare a quelle della corrosione fluviale nello studio morfologico dei corsi d’acqua. Le alluvioni possono formare anche barre laterali di sedimentazione, che dividono la corrente di un fiume in più rami.

L’azione dell’uomo sulle alluvioni

Alluvione per colmata

Bonifica per colmata di zone paludose: si sfruttano le alluvioni dei corsi d’acqua (Fonte: Consorzio della Bonifica Renana)

Nella terminologia delle alluvioni occorre distinguere il processo naturale da quello artificiale. Quest’ultimo è generato da vari interventi dell’uomo, che spesso hanno la conseguenza negativa di turbare gli equilibri naturali.
Esempi di questi interventi sono gli sbarramenti per opere di derivazione, o le arginature dei corsi d’acqua e dei dissesti nei bacini montani. Queste opere incrementano il trasporto solido e lo contengono negli alvei, portando talvolta a fenomeni anomali di rialzamento e riempimento degli stessi, fino a renderli rialzati rispetto alla campagna circostante. A causa dell’intenso uso del suolo, in Italia questi problemi si manifestano sin dal Medioevo.

E’ l’uomo stesso, talvolta, a sfruttare in modo sistematico le alluvioni dei corsi d’acqua per predisporre l’interramento di zone paludose a scopo di bonifica. In questo caso si parla di colmata, un procedimento che in Italia ha un’illustre tradizione.

Glossario internazionale di Idrologia

Il Glossario Internazionale d’Idrologia distingue quattro voci riconducibili al concetto di alluvione. Le prime due voci (alluvionamento e accumulo) si riferiscono sostanzialmente a processi naturali d’alluvione, la terza voce (Interrimento) a forme d’alluvione più o meno alterate dall’uomo, la quarta voce (deposito alluvionale) al risultato dei suddetti processi.

Le varie lingue si attengono, più o meno strettamente, alla terminologia latina per indicare l’alluvione come deposito, e se ne scostano per indicare le varianti del processo fisico. In particolare, la lingua francese (come l’italiano e lo spagnolo) associa tradizionalmente all’alluvione anche un significato giuridico. Nella seconda metà dell’Ottocento il francese si stacca parzialmente da questa tradizione, coniando per il processo dell’alluvione il neologismo alluvionnement. Il testo italiano del Glossario imita il francese con il neologismo alluvionamento (non registrato dai dizionari) per indicare il processo e rinuncia ad alluvione anche per il risultato, accontentandosi di deposito alluvionale. Questa evoluzione deve considerarsi il risultato della prevalenza, nell’uso comune, del significato d’inondazione attribuito ad alluvione.


  • Famiano Michelini. Trattato della direzione de' fiumi
  • Vittorio Fossombroni. Memorie idraulico-storiche sopra la Val di Chiana