Erosione

L’erosione è una lenta e continua azione di disgregazione ed asportazione del suolo, esercitata da agenti naturali in movimento quali acque correnti (erosione idrica), ghiacci (erosione glaciale o esarazione), onde marine (erosione marina), vento (erosione eolica o deflazione).
L’erosione delle acque correnti comprende l’erosione laminare, determinata dall’impatto delle gocce di pioggia e dal dilavamento delle acque di ruscellamento, che scorrono sul suolo secondo le linee di massima pendenza, fino a raccogliersi in un solco di maggior deflusso; e l’erosione incanalata, che è esercitata dalla corrente sull’alveo di un corso d’acqua (sinonimo di corrosione)

I termini “erodere” e “corrodere”

Il termine “erosione” deriva dal latino erodere = ex + rodere, ossia “rodere, consumare a poco a poco asportando da”. Il termine richiama la gradualità dei processi di disgregazione e asportazione del suolo, che li distingue da altri processi caratterizzati dal distacco e dallo spostamento improvviso di grandi masse di terra (come la frana o l’avulsione).

Nella lingua italiana erodere ed erosione si affermano nel Rinascimento, anche se inizialmente si applicano soltanto alle monete per esprimere la cosiddetta tosatura o riduzione progressiva del valore aureo. I due termini sono usati anche in medicina per indicare lesioni e ulcerazioni (già nel latino imperiale erosio = ulcerazione). Per descrivere i fenomeni erosivi delle acque correnti si utilizzano inizialmente i termini “corrodere/corrosione“.

L’erosione delle aree declivi e le opere di difesa

Erosione incanalata

Esempio di erosione incanalata esercitata dalla corrente 

Nel Seicento comincia ad essere studiato il fenomeno dell’erosione delle aree declivi, connesso con il processo di messa a coltura che accompagna la contrazione delle attività manifatturiere. Onofrio Castelli scrive: Nei monti di sasso coperti alquanto di terreno, e selvatico, estinta che sia la selva, e zappato, e seminato il terreno, avviene che, dove la selva teneva in collo l’acqua delle piogge, in contrario queste, dopo avere dilavato da quei monti il terreno, scendono subitamente, e unite in rivoletti, e il monte resta poi di nudo sasso.. Degna di nota è la tipica espressione “tenere in collo l’acqua”, ancor oggi usata dagli idraulici italiani. Qui emergono concetti che fanno riferimento all’erosione, come disboscamento, dilavamento del suolo e denudamento della roccia.

Il primo autore che affronta organicamente il problema dell’erosione è Vincenzo Viviani, nel suo Discorso al Serenissimo Granduca di Toscana Cosimo III intorno al difendersi da’ riempimenti e dalle corrosioni de’ fiumi. Egli identifica con precisione e ricchezza di termini le cause (disboscamento e coltivazione dei monti) e gli effetti a distanza nel bacino idrografico dell’erosione (riempimenti dei fiumi). Viviani individua anche alcuni rimedi, come la costruzione di serre (briglie) e scaricatoi (piazze di deposito) sui torrenti, piantate di boschi (rimboschimenti), uliveti e pascoli sui pendii. Il termine erosione è tuttavia assente e descritto genericamente dall’autore.

Oltre un secolo dopo la terminologia non è cambiata, ma la situazione della montagna italiana è notevolmente peggiorata. Il conte Francesco Mengotti sperimenta delle fortificazioni vegetanti del suolo, da lui chiamate gradinate, ed è quindi un pioniere di quelle che alla fine dell’Ottocento saranno chiamate sistemazioni idraulico-forestali, associate e talvolta in competizione con le sistemazioni idrauliche (o briglie). La sua attenzione si concentra sui processi di frana, ossia sul distacco di masse di terra lungo terreni in pendio, favorito dall’azione erosiva delle acque.

Affermazione del termine “erosione”

In Europa l’uso del termine erosione nel significato attuale inizia alla fine del Settecento, per opera dei geografi, in particolare francesi, che lo applicano allo studio della geomorfologia. Ancora alla fine dell’Ottocento, tuttavia, il Novo Vocabolario secondo l’uso di Firenze definisce Erosione = lo stesso e meno comune che Corrosione. In ogni caso in questo periodo erosione rimpiazza corrosione nei testi scientifici e tecnici italiani.

Una definizione equilibrata dei concetti di erosione, trasporto e sedimentazione si trova in Ardito Desio: L’erosione presuppone l’allontanamento dei detriti, ossia il loro trasporto. Ma il trasporto, a sua volta, presuppone il deposito, ossia la sedimentazione. Queste sono le tre attività morfologiche fondamentali dei corsi d’acqua. In realtà il trasporto è un fattore complementare dell’erosione e della sedimentazione e il suo studio rientra in buona parte nel campo dell’idraulica.

La definizione nel Glossario Internazionale d’Idrologia

Nelle tre voci del Glossario Internazionale riferite all’erosione è possibile distinguere più livelli semantici, scendendo dal generale al particolare. Il termine erosione senza qualificazioni copre tutti i processi erosivi naturali e le forme particolari da essi generati, a prescindere dall’agente erosivo. Il secondo livello semantico si riferisce all’erosione delle acque correnti, mentre il terzo livello fa riferimento all’erosione laminare. Fino a questo punto le voci nelle varie lingue non presentano differenze sostanziali. Al terzo livello, per indicare l’erosione incanalata si manifestano invece delle differenze: l’italiano e il tedesco (gerinneerosion) richiamano ancora il termine erosione, mentre l’inglese (scour), lo spagnolo (socavación) e il francese (affouillement) usano i gli stessi termini (con il significato letterale di raschiare, scavare, scalzare) utilizzati per descrivere le azioni erosive intense e locali degli alvei fluviali, associandoli rispettivamente a channel, cauce e lit.


  • Onofrio Castelli. Distributione universale dell'architettura de' fiumi e delle altre acque
  • Francesco Maria Onorati. Apologia per la passonata fatta sopra il Tevere fuora di Porta del Popolo in difesa della Strada Flaminia
  • Francesco Bernardino Ferrari. Delle corrosioni de' fiumi
  • Domenico Capra. Vero riparo