La Val di Chiana

"Valdichiana mappa" by Bonjoisavo - Own work. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons

Il territorio della Val di Chiana, diviso fra la Toscana (colore grigio), con recapito in Arno e l’Umbria (colore bianco), con recapito nel Tevere.

La Val di Chiana è una vallata dell’Italia centrale, lunga un centinaio di chilometri, che interessa le province di Arezzo, Siena e Perugia. Il suo nome deriva dal fiume Clanis, che in epoca etrusco-romana nasce presso Arezzo in prossimità dell’Arno, scorre verso sud ed entra nel fiume Paglia presso Orvieto. Grazie alla pendenza minima, nella maggior parte del suo percorso il fiume era naturalmente navigabile per le modeste imbarcazioni dell’epoca. All’epoca di Nerone sono costruite alcune chiuse nella tratta terminale verso il Paglia, di cui rimangono ancora i resti. La valle appartiene ai Municipi di Arezzo, Cortona e Chiusi, ed è intensamente coltivata, con una rete di fossi colatori perfettamente efficiente.

Il periodo romano e il Medioevo

Afflitti dalle periodiche inondazioni del Tevere, i Romani sono alla ricerca di soluzioni per porvi rimedio. Nel 15 d.C. concepiscono il progetto d’invertire la pendenza del Clanis e scaricare la portata dell’intera Val di Chiana nell’Arno. Il progetto fallisce a causa della sollevazione dei fiorentini, preoccupati che il problema delle inondazioni venisse spostato a casa loro. Qui si trovano i germi di una futura contesa che contrapporrà il Granducato di Toscana e lo Stato pontificio.

Con la decadenza dell’impero decade anche la coltivazione della valle, e con essa la manutenzione dei corsi d’acqua e dei fossi colatori. Si formano acquitrini e paludi, e i terreni adiacenti si coprono di boschi.
Nel 1115, presso Arezzo, è costruita la Chiusa dei Monaci per regolare il deflusso della palude e derivare dell’acqua per i mulini del vicino Monastero delle Sante Flora e Lucilla. Questa opera idraulica, più volte abbattuta e ricostruita dopo le piene, avrà un ruolo storico nella bonifica della Val di Chiana.

Il Rinascimento e la discussione sulla bonifica nel Seicento

Nel Cinquecento alcune comunità ed enti religiosi cedono alla Casa de’ Medici le zone paludose di loro proprietà, con l’obiettivo di favorire la bonifica. Queste terre sono in parte liberate dalle acque e organizzate in grandi poderi, anche se manca un piano organico di bonifica generale.

Verso la metà del Seicento si apre in Toscana un’accesa discussione sulle modalità più idonee per bonificare la Val di Chiana. Si contrappongono due partiti: da una parte ci sono i favorevoli all’essiccazione della palude mediante l’abbassamento della Chiusa dei Monaci e lo scavo di un canale maestro, dotato di pendenza sufficiente verso l’Arno; dall’altra i favorevoli alla colmata mediante alluvioni dei torrenti locali, per rialzare la parte centro-meridionale della valle e acquistare così la pendenza sufficiente al deflusso delle acque. Il primo sostenitore dell’essiccazione è il matematico Andrea Gaci, che nel 1635 presenta a Ferdinando II de’ Medici un progetto completo, che sarà tuttavia trascurato. Esso verrà ripreso nel 1645 da Famiano Michelini, famoso idraulico operante presso la corte dei Medici.

Ferdinando II chiede anche il parere del primo matematico del Granducato, Evangelista Torricelli, il quale sostiene che la pendenza del canale maestro è scarsa e la sezione insufficiente a convogliare la portata defluente da tutta la valle, e ritenendo preferibile procedere alla bonifica con il metodo della colmata.
Fra i due scienziati si accende un’aspra e polemica contesa letteraria. Influenti uomini politici sposano il parere di Torricelli, che alla fine prevarrà. Nello stesso 1645 sono avviate le colmate nella parte meridionale della valle.

Per tutto il Seicento sono frequenti le contese di confine fra il Granducato di Toscana e lo Stato pontificio, per dirimere le quali s’incontrano i sovrintendenti alle acque dei due Stati. Famoso è il soggiorno in Val di Chiana di due celebri scienziati, Vincenzo Viviani e Giandomenico Cassini.

La bonifica nel Settecento. Pietro Leopoldo e Fossombroni

A metà del Settecento si riaccende il dibattito fra i sostenitori dell’essiccazione (Leonardo Ximenes e Pietro Ferroni) e quelli della colmata (Tommaso Perelli e Vittorio Fossombroni). La nuova dinastia lorenese considera la bonifica una delle riforme più importanti, e nel 1788 il Granduca Pietro Leopoldo nomina Vittorio Fossombroni soprintendente alla bonifica, con autorità sopra tutte le acque e i lavori di colmata. L’anno precedente Fossombroni aveva sottoposto a Pietro Leopoldo il manoscritto Memorie Idrauliche Storiche sopra la Val di Chiana (pubblicato nel 1789), in cui sviluppava per la prima volta un piano sistematico della bonifica per colmata nell’intera valle. Fossombroni ricoprirà il ruolo di soprintendente per ben 40 anni, fino al 1828.

Fossombroni persegue un’azione minima mediante un sistema coordinato di colmate che interessano il territorio. E’ inoltre siglata un’intesa tra il Granducato di Toscana e lo Stato della Chiesa per l’inversione del bacino idrografico.

Vittorio Fossombroni. Val di Chiana

La Val di Chiana in un’illustrazione tratta dal volume di Vittorio Fossombroni

La bonifica nell’Ottocento e le critiche nel Novecento

Nel 1816 Ferdinando III istituisce una Direzione idraulica e amministrativa per le colmate della Val di Chiana, affidata all’ing. Capei. Nel 1828 la direzione passa ad Alessandro Manenti, che abbandona in parte la bonifica per colmata e adotta quella per essiccamento. Dopo l’unificazione nazionale, la competenza passa al Ministero dell’Agricoltura, che si avvale del Genio civile. L’ispettore generale Carlo Possenti abbasserà ancora una volta la Chiusa dei Monaci, facendo ormai prevalere il partito dell’essiccazione. Alla fine dell’Ottocento la bonifica della Val di Chiana è ormai completa e richiede soltanto interventi di manutenzione.

Nel Novecento avviene una critica storica alla bonifica per colmata della Val di Chiana, ben espressa negli studi di Giulio De Marchi su Vittorio Fossombroni: “Ma soprattutto, credo, il Fossombroni ha ceduto alle tendenze fondamentalmente conservatrici, che costituirono una tipica nota del suo carattere…Le colmate, infatti, modificano gradualmente, diremmo insensibilmente, la situazione naturale e…sembrano fatte apposta per accontentare gli spiriti conservatori.”


  • Vittorio Fossombroni. Memorie idraulico-storiche sopra la Val di Chiana.
  • Edoardo Corsini. Ragionamento istorico sopra la Valdichiana in cui si descrive l'antico, e presente suo stato
  • "Museo Galileo palazzo" by Museo Galileo - Own work. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons
    Museo Galileo. Bonifiche della Val di Chiana
  • "Valdichiana - girasoli" di PMM - Opera propria. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons
    Portale informativo della Val di Chiana