Benedetto Castelli

Benedetto Castelli nasce nel 1577 a Brescia da nobile famiglia e nel 1595 entra nell’Ordine benedettino Cassinense. I suoi superiori ne riconoscono immediatamente le doti e lo mandano, poco più che ventenne, a studiare nel Monastero di Santa Giuliana a Padova, dove ha la possibilità di seguire le lezioni di Galileo Galilei, a quel tempo lettore presso la locale università. L’incontro con il grande scienziato pisano cambia la sua vita e presto ne diviene l’allievo prediletto. Tra i due si stabilisce un forte legame di amicizia, che continuerà fino alla morte – quasi contemporanea – di entrambi. Tornato al Monastero di Brescia, rivolge il suo interesse all’astronomia, servendosi di un cannocchiale costruito e mandatogli da Galilei. Grazie a questo strumento Castelli riconosce la montuosità della luna e le “fasi di Venere” e collabora a distanza alle osservazioni riguardanti i satelliti di Giove, chiamati “Pianeti Medicei“. Attorno al 1610, ottiene il permesso di recarsi a Firenze nella Badia di Santa Maria, dove riprende la collaborazione diretta con Galileo.

Assistente di Galileo a Firenze. La cattedra a Pisa

Divenuto ormai assistente di Galileo, nel capoluogo toscano Castelli escogita il metodo di osservare le macchie solari ottenendone la proiezione sopra una carta e attraverso il telescopio. Questo metodo gli permette di ipotizzare per primo l’esistenza del continente australe (non ancora scoperto) e di studiare la variazione della luce cinerea del disco lunare. L’intensa collaborazione con Galileo si ritrova anche nella questione dei galleggianti ed in particolare sulle ragioni per cui il ghiaccio galleggia sull’acqua. Nel 1615, con l’appoggio di Galileo, ottiene la cattedra di matematica presso l’Università di Pisa, che terrà fino al 1625. In questi anni, le lettere che Galileo scrive sulla divulgazione della dottrina copernicana, e in particolare quelle indirizzate a Castelli, danno origine ai processi che condanneranno lui e la dottrina di Copernico.
Nel periodo pisano Castelli rafforza i suoi legami di amicizia con Galileo e matura anche la sua autonomia scientifica, scegliendo, per ragioni pratiche, la scienza regolatrice delle acque.

La cattedra alla Sapienza di Roma e la missione sul Po

Della misura dell'acque correnti. Frontespizio

Il frontespizio della prima edizione (1628) del trattato Della misura dell’acque correnti di Benedetto Castelli, che fonda la scienza idraulica moderna.

Nel 1625 Castelli è chiamato a Roma dal Papa Urbano VIII e ottiene la cattedra di matematica alla Sapienza, che terrà fino alla morte. Nello stesso anno accompagna monsignor Ottavio Corsini, mandato dal Papa a risolvere l’annosa controversia del fiume Reno, che oppone Bologna e Ferrara.
Sulla questione Castelli sostiene l’introduzione del Reno nel Po Grande, prendendolo alla Botta Ghislieri e introducendolo nel Po Grande sotto la Stellata. Il prestigio di Castelli induce monsignor Corsini ad aderire al suo pensiero, giungendo così al Breve papale che ordina l’introduzione del Reno nel Po. Questa vicenda sarà all’origine del successivo confronto scientifico tra Nicolò Cabeo e Castelli. Dato che durante la visita del Reno e del Po con monsignor Corsini sono emerse grosse difficoltà nella misura delle acque correnti, Castelli matura la decisione di pubblicare un trattato su questo tema.

Diffusasi la fama delle sue conoscenze idrauliche, Benedetto Castelli è frequentemente coinvolto in vari “affari d’acque”, alcuni dei quali molto importanti come lo sbocco dei fiumi nella laguna veneta e la bonifica delle paludi pontine. Egli sarà anche coinvolto in altre attività minori come la sistemazione della pianura pisana, per la quale collabora con Famiano Michelini, all’epoca noto come Padre Francesco di S. Giuseppe.

Il ruolo di Castelli nell’idraulica italiana

Pur non avendo rapporti semplici con gli ingegneri idraulici della sua epoca, in generale i suoi contemporanei – incluso l’antagonista Nicolò Cabeo – riconoscono il valore della nuova scienza fondata dal monaco benedettino. Questa scienza si propone di misurare con precisione la velocità delle acque nelle varie situazioni, per giungere a determinare in modo attendibile la quantità che defluisce nell’unità di tempo, ossia la portata.

A questo proposito Benedetto Castelli è stato anche al centro di un’accesa polemica sul presunto plagio di Leonardo. Dopo la lettura diretta e il commento dei codici leonardeschi nel 1797 da parte di Giovanni Battista Venturi, e soprattutto la pubblicazione nel 1826 del codice Del moto e della misura delle acque (ricomposto con i frammenti di Leonardo da Luigi Maria Arconati in un manoscritto del 1643, rimasto per secoli sepolto nella Biblioteca Barberini a Roma), l’eminente idraulico italiano Elia Lombardini rompe questa tradizione. Nella sua memoria Dell’origine e del progresso della scienza idraulica nel Milanese ed in altre parti d’Italia Lombardini è colpito da alcune simmetrie con il trattato di Benedetto Castelli, letto nell’edizione del 1663 di Giovan Battista Barattieri. Lombardini ritiene difficile supporre che Castelli non abbia pensato a trarre alcuna ispirazione dai manoscritti di Leonardo. Leonardo e non Castelli sarebbe dunque il vero fondatore della scienza idraulica.

Sulla questione si apre un ampio dibattito tra gli studiosi italiani, che si dividono in fronti opposti. Si rimanda in particolare allo studio di Antonio Favaro Se e quale influenza abbia Leonardo da Vinci esercitata su Galileo e sulla scuola Galileiana, che contesta l’ipotesi di Lombardini. Filippo Arredi, nello scritto Intorno al trattato Della misura dell’acque correnti di Benedetto Castelli, sostiene una linea interpretativa equilibrata, che consente di riconoscere all’intera cultura rinascimentale italiana il ruolo di matrice della scienza idraulica moderna, la quale ha in Leonardo il precursore e in Castelli il fondatore. Ciò esclude ogni ipotesi di plagio: se qualcuno ha copiato alcune espressioni, è più facile che sia stato Arconati sul testo di Castelli, piuttosto che il contrario. Sulla linea di Arredi si attesta la storia della scienza attuale.


  • Raccolta di varie scritture, e notitie concernenti l'interesse della remotione del Reno dalle Valli fatta in Bologna l'anno 1682
  • "Museo Galileo palazzo" by Museo Galileo - Own work. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons
    Museo Galileo. Benedetto Castelli