I ripari vegetabili del Conte Bettoni
Il conte Carlo Bettoni è stato un riformatore agricolo nella seconda metà del Settecento con uno spiccato interesse per le sistemazioni fluviali. Egli eseguì esperimenti originali nelle sue proprietà e sul confinante fiume Chiese, illustrati nell’ampio trattato Pensieri sul governo de’ fiumi.
Nonostante non sia la prima volta che un libro italiano illustra tecniche di sistemazione con la materia vivente, Bettoni è il primo a concepire un trattato interamente dedicato al tema. Egli sviluppa oltre un centinaio di soluzioni, illustrate da altrettante figure, con lo scopo di dimostrare la potenza della vegetazione nella sistemazione dei corsi d’acqua. Il conte Bettoni è quindi un originale precursore dell’ingegneria naturalistica.
Pennelli vegetabili ritardanti
Per riparare le sponde di corsi d’acqua poco profondi Bettoni utilizza pennelli vegetabili costituiti da piante di salice, collocate in fosse perpendicolari alla ripa. Egli confida nell’effetto di rallentamento della corrente da parte delle frasche, da cui il nome “pennelli ritardanti”. Le torbide depositate tra i rami favoriscono la crescita vegetale di un bosco stabile e sodo di piante strettamente collegate (come quelle di mangrovia), che spiega il nome di “cespugli e siepi acquatiche”. Nei ripiani spondali si possono anche allevare pioppi, salici o mori e piante di altro tipo.
Dopo aver utilizzato dei salici adulti Bettoni sperimenterà i pioppi, piantandoli orizzontalmente nella sponda disarginata del Chiese. Essendo più alto del salice e avendo un fusto più diritto e rami più spessi e regolari, il pioppo consente di formare ripari molto più avanzati all’interno dell’alveo. Altre opere riguardano gli ontani e i ripari con piante fruttifere, come uno scacchiere misto di viti, salici e pioppi.
Salici e pioppi per riparare le sponde di fiumi profondi
Nonostante il Chiese sia poco profondo, Bettoni confida comunque di lavorare con salici e pioppi anche a maggiori profondità. Egli progetta di allevare in vivaio piante dal fusto orizzontale e con lunghi polloni verticali. Essendo più lunghi dei salici, i pioppi possono essere allevati per riparare i gorghi più profondi del fiume. In alternativa si può ricorrere a pioppi cipressini molto alti e ramosi, con buona parte del ceppo fissato in una fossa profonda fatta nella ripa, sommergendo tutta la parte ramosa capovolta fino al fondo. I rami folti trattengono l’acqua e interrano la voragine, e sui nuovi sedimenti si potranno poi mettere delle piante vive.
Un altro modo prevede l’utilizzo di 4/6 grandi salici orizzontali allevati nel vivaio, con rami verticali lunghi 20–30 piedi (1 piede bresciano = 0,47099 m). Preparata la fossa nella ripa pericolante a causa del sottostante gorgo, vi si rinserra buona parte del fusto, lasciando sporgere orizzontalmente l’altra parte poco sopra il livello ordinario dell’acqua. I rami sono posti con la cima in giù, con le cime che, se è possibile, toccano il fondo. Il fusto orizzontale germoglierà verso l’alto, mentre i rami sommersi metteranno barbe in acqua formando un intreccio durevole.
Gradoni per riparare le sponde e scacchiere contro le piene straordinarie
Le ripe molto alte possono essere sistemate tagliandole a larghi gradoni (6-8 piedi), con la sponda anteriore difesa con pennelli o siepi di rami di salice orizzontali e con le cime rivolte in alto. Il piano dei gradoni è attraversato da siepi basse per frenare la corrente ed obbligarla a deporvi il lezzo. In alternativa è possibile tagliare la sponda in gradoni più alti e piantare in alto frasconi di salice allevati in vivaio, coi rami rivolti in giù, in modo che le cime si ripieghino sul fondo.
In certi casi questi ripari potrebbero essere insufficienti. Per questo Bettoni si preoccupa degli effetti delle piene straordinarie che potrebbero corrodere le ripe e distruggere i pennelli vegetabili. Egli concepisce quindi una scacchiera propagginante di viti, salici e pioppi, ingrandendola fino a 200 piedi e aggiungendo file trasversali di piantoni di salice collocati in profondità. Scrive fiducioso: “io penso che in questa guisa lo stesso Po, il Danubio e qualunque fiume possa essere tenuto in dovere”
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Ripari per torrenti che trasportano sassi e ghiaie
A causa dell’urto dei sassi e della ghiaia contro la vegetazione, questi ripari non resistono alla corrente dei torrenti con un trasporto solido grossolano. Bettoni si preoccupa quindi di trovare delle varianti che consentono di aumentarne la resistenza.
Una prima soluzione prevede i migliori salici e pioppi orizzontali allevati in vivaio, con grossi rami verticali sulla fronte destinata a rimanere più esposta alla corrente. Per conservare la ripa, queste piante devono essere affondate quanto basta per evitare di essere scalzate dal fondo. Inoltre, per difenderli verticali dall’urto dei sassi e dalla distruzione, i rami dovrebbero essere disposti con regolarità, distanti l’uno dall’altro in base alle dimensioni dei sassi più grossi del torrente. Gli stessi sassi, scegliendo tra quelli a forma più cuneiforme, si incastrano tra un piantone e l’altro, costruendo così una specie di muro a secco sostenuto dalla ripa o da un terrapieno artificiale. Le punte sporgenti dei sassi cuneiformi riparano i piantoni che, crescendo, fisseranno meglio i sassi frapposti.
Un’alternativa a questa soluzione prevede che i fusti siano verticali o inclinati indietro e i rami orizzontali, volti verso la ripa e chiusi in lunghe e profonde fosse, tirando le cime ripiegate in alto fuori dalla terra. Queste piante, insieme ad altri frasconi coi fusti sotterrati orizzontalmente e coi rami esposti all’aria, formano una folta boscaglia intrecciata sulla ripa. In questo modo i fusti sono assicurati saldamente contro la ripa dall’intreccio dei rami e possono ancorare più saldamente i sassi cuneiformi. Si possono anche aggiungere tronchi secchi e tavoloni per rafforzare la struttura.