Leonardo Ximenes
Leonardo Ximenes nasce a Trapani il 27 dicembre 1716 da una nobile famiglia di antica origine spagnola. Educato nel collegio locale dei gesuiti, ne veste l’abito nel 1731, all’età di 15 anni. Dopo il noviziato, nel 1736 chiede il trasferimento alla Provincia Romana ed è destinato all’insegnamento delle belle lettere presso il Collegio di S. Giovannino a Firenze, dove vivrà per tutta la sua vita. Nel 1750 riceve l’ordine sacerdotale. Nel 1748 la sua vita cambia radicalmente quando è incaricato d’istruire nelle matematiche i figli del marchese Vincenzo Riccardi. Nelle molte ore libere dal suo incarico egli può dedicarsi ad approfondire gli studi matematici, fisici e geografici, seguendo la sua vocazione.
Geografo, matematico e giornalista scientifico
Le sue prime pubblicazioni lo mettono in luce presso l’ordine gesuita e nell’ambiente scientifico toscano, grazie al suo interesse per l’astronomia, la sua chiarezza didattica e la sua concezione utilitaria della matematica, al servizio della fisica. Nel 1761 il conte Emanuele Nay di Richecourt, che governa il Granducato per conto di Francesco I, marito di Maria Teresa d’Austria, procura a Ximenes il titolo di Geografo di S. M. Imperiale, la cattedra di Geografia e l’incarico di redigere la cartografia della Toscana. Nel 1766 diventerà matematico granducale e sovrintenderà per alcuni decenni tutte le opere pubbliche della Toscana. Questo gli farà acquisire un crescente prestigio a livello internazionale.
Queste attività sono anticipate, in epoca giovanile, da quella meno nota di divulgatore scientifico, studiata da Brendan Dooley. Dal 1750 al 1759 il gesuita veneziano Francesco Antonio Zaccaria pubblica la rivista enciclopedica Storia letteraria d’Italia. Chiamato dal suo confratello, Ximenes collaborerà alla redazione delle pagine dedicate alla scienza. Nonostante una iniziale diffidenza, la rivista giungerà al successo editoriale e si farà apprezzare per il suo tono spigliato e famigliare.
Lo scienziato e l’ingegnere idraulico
Dal punto di vista scientifico, gli interessi di Ximenes si concentrano sin dall’inizio in due campi tra loro molto diversi: l’astronomia e l’idraulica. Queste materie si sposano con le sue vocazioni di fisico teso al servizio della società e di ingegnere che progetta e realizza importanti opere pubbliche. Da questo universo pragmatico si stacca nettamente la passione per l’astronomia, da collegare probabilmente alla sfera dei suoi interessi spirituali e religiosi.
In veste di astronomo Ximenes restaura la meridiana (gnomone) di Toscanelli in S. Maria del Fiore, e nel 1756 fonda un nuovo osservatorio astronomico (specola) in S. Giovannino a Firenze. Qui compierà trentennali osservazioni del sole, un’attività che lo metterà in luce anche presso le accademie straniere, in particolare la Russia, dove gli offriranno di trasferirsi a S. Pietroburgo.
Nell’ultima parte della sua vita Ximenes si occupa di ricerche nel campo della meccanica, con l’intento di partecipare ad un concorso bandito dall’Accademia delle Scienze di Parigi.
Come scienziato idraulico Ximenes si occupa sin da giovane di strumenti per misurare la velocità delle acque, emergendo per le sue doti d’inventore. Gli strumenti più noti da lui inventati sono la ventola e la valvola idraulica, che consentono di misurare la velocità puntuale della corrente.
La sua fama crescente fa sì che il suo parere venga richiesto per questioni idrauliche anche al di fuori della Toscana. In particolare, nel biennio 1763-64 dedica quattro perizie alla famosa questione del Reno, dove si confronta e riesce a prevalere sui due matematici francesi dell’Ordine dei Minimi, padri Tommaso Le Seur e Francesco Jacquier.
Dopo le esperienze sul Reno, dal punto di vista sistematico Ximenes si confronta con eminenti idraulici italiani e stranieri, criticando le principali ipotesi formulate sulla scala delle velocità nella corrente dei fiumi (dal triangolo di Castelli alla parabola di Guglielmini). Da qui tenta di costruire una nuova ipotesi scientifica sulla legge del movimento delle acque, supportata da numerose misure con i nuovi tachimetri idraulici di sua invenzione.
Molto rilevante è anche la sua attività come ingegnere idraulico e bonificatore, a cui dedica quasi tutte le sue energie. E’ rimasta testimonianza di questa attività nei comprensori di Bientina, della Pianura Pisana, della Valdichiana e della Maremma grossetana. Quest’ultima, iniziata nel 1765, è l’opera che lo impegnerà maggiormente. La sua concezione della bonifica non è solo tecnica, poiché comprende riforme giuridiche, economiche e sociali. La grandezza e la modernità del suo programma sono oggi pienamente comprensibili, perché coincidono con ciò che molto più tardi sarebbe evoluto sotto il nome di “bonifica integrale”. Ximenes sostiene il ripristino degli equilibri idraulici e concepisce come un solo e indivisibile sistema l’apparato idrico, il territorio, le attività produttive, gli insediamenti, le infrastrutture e la popolazione. È la stessa concezione del R.D. 215/1933, anche se dopo Ximenes la bonifica sarà considerata a lungo come semplice opera pubblica e in termini molto riduttivi.
Leonardo Ximenes muore il 3 maggio 1786 di un colpo apoplettico. Nel testamento destina la biblioteca, gli strumenti e le rendite dei suoi beni immobili siciliani alla costituzione delle cattedre di Astronomia e di Idraulica, da affidare ai padri scolopi Stanislao Canovai e Gaetano del Ricco. Le due cattedre rimarranno attive fino alla metà dell’Ottocento. Da allora, l’Osservatorio di S. Giovannino, chiamato ximeniano e tuttora affidato agli scolopi, cessata l’attività astronomica per occuparsi di meteorologia e geofisica. Qui è conservata la biblioteca di Ximenes.
In segno di gratitudine i fiorentini gli erigono un busto marmoreo, collocato nella Specola di S. Giovannino.
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