Il Corpo di Acque e Strade durante la Restaurazione

Grazie all’esperienza tipica di un grande Stato moderno, il ventennio napoleonico consente di recuperare alcuni ritardi e squilibri della pubblica amministrazione italiana. Gli effetti di queste azioni rimarranno anche nel periodo della Restaurazione, e restituiranno una relativa omogeneità delle strutture al momento dell’unità nazionale.
A prescindere dalla divisione della penisola italiana in tre territori, ovunque viene introdotto il Servizio Acque e Strade, sul modello affermatosi in Francia nel Settecento. Il Genio Civile francese gode di grande prestigio in tutta Europa e, per queste ragioni, in Italia viene conservato dai governi della Restaurazione. Come in Francia, anche in Italia il Genio Civile esprime alcune figure scientifiche di livello europeo, come gli idraulici Pietro Paleocapa ed Elia Lombardini. Nel Novecento, l’ultimo grande scienziato idraulico proveniente dalle fila del Genio civile sarà il milanese Giulio De Marchi.

Il Regno del Lombardo-Veneto

Dal 1815 nel regno Lombardo-Veneto esiste, in ogni provincia, una Direzione provinciale delle Pubbliche Costruzioni, retta da un ingegnere capo che sovrintende tutti i lavori e tiene i rapporti con la Direzione centrale e con il Regio Delegato Provinciale. Alle sue dipendenze opera un numero variabile di ingegneri e di personale tecnico e amministrativo. Il Genio civile del Lombardo-Veneto si occupa principalmente delle sistemazioni fluviali, dei canali e delle strade nazionali. È questa l’area più sviluppata del paese, con la massima concentrazione di canali navigabili ed irrigui, estesi sistemi di arginature e marginali problemi di bonifica.

Nel Lombardo-Veneto le tradizioni tecnico-scientifiche in campo idraulico sono antiche ed insigni. Nel primo Ottocento questa tradizione continua con il bergamasco Antonio Tadini, che opera nel Servizio Acque e Strade del Regno d’Italia napoleonico, e con Pietro Paleocapa ed Elia Lombardini, che giungono ai vertici delle pubbliche costruzioni nel Regno Lombardo-Veneto a Venezia e a Milano.

Il Regno sardo

Nel Regno sardo il Genio Civile si occupa soprattutto delle strade nazionali e provinciali e delle ferrovie. In Piemonte, tra la Prima e la Seconda Guerra d’Indipendenza, opera Pietro Paleocapa, che realizza un vasto programma d’ammodernamento del paese.
Pur essendo più recenti di quelle delle altre regioni settentrionali e centrali, le tradizioni scientifiche del Piemonte rivelano la grande ambizione della dinastia sabauda. Tra queste vi è la fondazione, nella seconda metà del Settecento, dello Stabilimento idraulico sperimentale La Parella, presso Torino (il primo in Europa), dove lavorano Francesco Domenico Michelotti, Giorgio Bidone e Prospero Richelmy. Nel 1959 viene fondata a Torino la Scuola d’applicazione per ingegneri. Il Codice civile di Carlo Alberto, per la parte idraulica curata da Giorgio Bidone, è considerato all’avanguardia in Europa.

Il Granducato di Toscana

Nel Granducato di Toscana la maggior parte dei lavori in campo idraulico è affidata ai consorzi degli interessati, mentre lo stato esercita le funzioni di controllo sull’intera rete idrografica, dirige i lavori dei tronchi arginati e si occupa di numerose opere di bonifica (Maremme, Val di Chiana, lago di Bientina). Il Genio Civile cura tutte le strade nazionali, provinciali, e comunali. All’epoca la Toscana gode di grande prestigio, grazie al buon governo e alla tradizione scientifica della dinastia lorenese, a partire dalla scuola galileiana. Eminenti scienziati hanno quindi rivestito la carica di Sovrintendente alle opere pubbliche, come Vincenzo Viviani, Guido Grandi, Leonardo Ximenes e Vittorio Fossombroni.

Lo Stato pontificio

Anche lo Stato pontificio può vantare un’insigne tradizione idraulica, che fa capo soprattutto ai centri universitari di Bologna e Ferrara, specializzati nell’idraulica fluviale. Dalla plurisecolare contesa del Reno fra queste due città si è poi formata la scuola idraulica italiana, con la mediazione della Corte pontificia. Per la sistemazione del Tevere, Roma attrae esperti da tutta Italia e dall’estero, mentre l’università romana La Sapienza è un centro culturale apprezzato.

Proprio a Roma nasce, nel 1817, la prima Scuola d’applicazione per gli ingegneri del Corpo di acque e strade, diretta dal grande idraulico bolognese Giuseppe Venturoli. Egli riorganizza contemporaneamente il Corpo di ingegneri di Acque e Strade, fabbriche camerali e militari, aprendo un concorso per 90 posti di ufficiali del Corpo, dall’Ispettore Capo al Perito agrimensore. A Roma Venturoli svolge fino a tarda età l’importante funzione di presidente del Consiglio d’arte sulle Acque e poi anche sulle Strade, che nel Regno d’Italia sarà chiamato Consiglio superiore dei lavori pubblici.

Il Regno delle due Sicilie

Nel Regno delle due Sicilie esistono due Direzioni generali di ponti e strade, con sede rispettivamente a Napoli e a Palermo. A Napoli esiste una Scuola di applicazioni, simile a quella romana, a servizio di tutto il Regno. Le scuole di Roma e di Napoli sono le uniche conformi al modello francese, ossia dipendenti dal Ministero dei Lavori Pubblici e con un numero chiuso. Dopo l’unità nazionale, queste scuole saranno soppresse e prevarrà il modello dei Politecnici e delle Facoltà d’ingegneria, aperte a tutti gli studenti.

Il Corpo degli Ingegneri di acque e strade si occupa di tutte le strade nazionali e provinciali. Le strade e le altre opere comunali sono invece affidate a professionisti privati, nominati di volta in volta dai comuni.
Complessivamente, tutte le opere pubbliche nell’Italia meridionale sono in grave ritardo rispetto al resto del Paese. Le sole opere idrauliche importanti sono quelle di bonifica iniziate nel 1837. Inoltre, il Mezzogiorno non ha una tradizione tecnico-scientifica come il resto del Paese: basti pensare che Leonardo Ximenes, il più grande idraulico meridionale, nel Settecento si affermerà al servizio del Granducato di Toscana.